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Celiachia: quali sono i sintomi e come approfondire
03 novembre 2025

Celiachia: quali sono i sintomi e come approfondire

La celiachia è una condizione che va ben oltre una semplice allergia o intolleranza alimentare. È una malattia autoimmune vera e propria, in cui l’assunzione di glutine scatena una reazione del sistema immunitario che, invece di proteggerti, si rivolge erroneamente ai tessuti del tuo intestino tenue, in particolare ai villi intestinali. Questi villi, che sono piccole strutture simili a dita sottili, hanno un compito fondamentale: assorbire i nutrienti dal cibo che mangi. Se sei celiaco e assumi glutine, è come se il tuo corpo si ribellasse contro queste delicate strutture, schiacciandole e danneggiandole, rendendo difficile per l’intestino assorbire correttamente i nutrienti. Questo processo, se non riconosciuto, può dare origine a una serie di sintomi estremamente variabili e subdoli. Il quadro sintomatologico della celiachia è complesso, e si è evoluto nel tempo, rendendola una condizione difficile da diagnosticare con la sola analisi dei sintomi, proprio perché confondibile con altre condizioni.

I sintomi classici della celiachia sono quelli che di solito ci vengono in mente e sono più facili da riconoscere, poiché colpiscono principalmente il sistema digestivo. Una diarrea cronica che dura settimane, spesso accompagnata da feci chiare, molli e particolarmente maleodoranti, è un chiaro segnale di malassorbimento dei grassi. Oppure, potresti avvertire dolori addominali ricorrenti, simili a crampi, insieme a una sensazione di gonfiore e tensione addominale così intensa da farti sentire a disagio, oltre a flatulenza. È comune anche notare una perdita di peso inspiegabile, nonostante tu possa avere un appetito normale o addirittura aumentato. Questi sintomi derivano direttamente dall'incapacità dell'intestino di assorbire i nutrienti.

Tuttavia, oggi sappiamo che questa è solo una parte della sintomatologia. Sempre più persone, sia adulti che bambini, ricevono una diagnosi di celiachia attraverso sintomi atipici o non classici, che non coinvolgono, o non colpiscono principalmente, l'intestino e qui la diagnosi diventa più complicata. Potresti sentirti estremamente stanco e debilitato, con una stanchezza che non migliora nemmeno con il riposo, legata a forme di anemia da carenza di ferro che non rispondono ai normali integratori, perché il tuo intestino non riesce ad assorbire il ferro. Potresti anche avvertire formicolii alle mani e ai piedi, o dolori ossei, a causa di carenze di vitamine e minerali come la vitamina B12, la vitamina D e il calcio. Problemi della pelle come la dermatite erpetiforme, una vescicolazione pruriginosa che di solito appare su gomiti, ginocchia e glutei, è considerata la "celiachia della pelle", una manifestazione cutanea della stessa intolleranza al glutine. Nelle donne, la celiachia non diagnosticata può portare anche ad amenorrea o infertilità, mentre nei bambini, oltre ai ritardi nella crescita, si possono notare ritardi nello sviluppo puberale, irritabilità e difetti dello smalto dentale.

La domanda chiave dunque è: quando dovresti approfondire e parlarne con il tuo medico? La linea tra un disturbo temporaneo e un campanello d’allarme può sembrare sottile, ma ci sono alcuni segnali che possono aiutarti a decidere. È fondamentale considerare un approfondimento quando uno o più di questi sintomi diventano cronici, cioè persistono per diverse settimane senza una spiegazione chiara, o quando si ripresentano in modo ciclico. Un segnale particolarmente importante è la familiarità. Se in famiglia ci sono già casi di celiachia in un parente di primo grado, come un genitore, un fratello o un figlio, la probabilità di sviluppare la condizione aumenta e dovresti prestare maggiore attenzione. Allo stesso modo, se hai altre patologie autoimmuni, come il diabete di tipo 1 o l’artrite reumatoide, dovresti considerare la celiachia come una possibilità, dato che queste condizioni spesso si presentano insieme.

Se invece stai vivendo sintomi atipici, come un’anemia da carenza di ferro che non migliora nonostante la terapia, o un’osteopenia o osteoporosi diagnosticata in giovane età senza fattori di rischio evidenti, è sensato chiedersi se ci sia un malassorbimento cronico alla base. Lo stesso vale per un profilo ematochimico alterato che mostra un basso livello di colesterolo totale, un indicatore a volte trascurato di malassorbimento, o un innalzamento delle transaminasi senza una causa epatica chiara.

È fondamentale non tentare di autodiagnosticarsi né di iniziare una dieta priva di glutine senza prima aver fatto gli opportuni accertamenti. Eliminare il glutine prima dei test diagnostici potrebbe compromettere la loro precisione, rendendo molto più complicato, se non impossibile, arrivare a una diagnosi chiara. Se sospettate di essere celiaci, quindi, rivolgetevi sempre al vostro medico, che sarà in grado di guidarvi verso il percorso diagnostico più appropriato.

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